La sindrome fibromialgica è una forma comune di dolore muscolo scheletrico diffuso e di affaticamento che colpisce circa 2 milioni di italiani. Il termine fibromialgia significa dolore nei muscoli e nelle strutture connettivali fibrose (i legamenti e i tendini). Questa condizione viene definita “sindrome” poiché esiste un complesso di segni e sintomi clinici che si presentano associati in modo da configurare il quadro caratteristico, che può essere provocato da processi fisiopatologici differenti.
Nella fibromialgia un corretto approccio alimentare diventa una vera e propria terapia.
Diversi studi hanno dimostrato che la carenza di alcuni macro e micronutrienti può avere un ruolo nella sintomatologia, suscitando o esacerbando il dolore muscolo-scheletrico correlato alla sindrome.
Alimenti sì e alimenti no.
E’ importante evitare alimenti ricchi di zuccheri semplici come saccarosio e fruttosio, prediligendo i carboidrati complessi come riso, pasta, pane e farinacei che rilasciano lentamente zuccheri nel sangue, meglio ancora se integrali e privi di glutine, soprattutto in caso di ipersensibilità.
Per i pazienti che non tollerano il lattosio è bene eliminare dalla dieta latte e prodotti lattiero caseari o eventualmente utilizzare prodotti privi di lattosio.
Alcune verdure hanno un contenuto di istamina molto importante quindi sono allergizzanti e proinfiammatori. In particolare le solanacee, quindi pomodori, patate, melanzane e peperoni.
Limitare l’assunzione di bibite, bevande zuccherate e cocktail per il contenuto di zucchero e spesso di aspartame. Fare attenzione alla caffeina, presente in bevande, cole e caffè, spesso gradite da molti pazienti affetti da fibromialgia come fonte importante di energia immediata per contrastare la fatica, pena il rischio di accusare stanchezza non appena esaurito il temporaneo effetto stimolante.
Utile invece consumare gli alimenti in grado di alcalinizzare l’ambiente intestinale e contenere l’infiammazione, come i vegetali in generale, la frutta e in particolare i frutti rossi con un elevato contenuto di antiossidanti.
Migliorare il microbiota intestinale con l’assunzione di probiotici e prebiotici impedisce che microrganismi dannosi, favoriti dalla maggiore permeabilità intestinale tipica della fibromialgia, prendano il sopravvento o coinvolgano altri organi (nei pazienti non sono rare cistiti e candidosi genitali fino a manifestazioni più generalizzate come l’orticaria).
PUNTI CHIAVE
► Il controllo del peso corporeo e il benessere dell’apparato gastrointestinale sono fondamentali per il controllo dei sintomi nella fibromialgia.
► È importante seguire una dieta corretta, evitando carenze nutrizionali e prestando attenzione agli alimenti che possono favorire l’infiammazione intestinale danneggiandone la funzione di barriera, già alterata dalla sindrome.
► In particolare si consiglia di evitare l’assunzione di cibi contenenti glutine, le solanacee, gli alimenti contenenti mercurio, cadmio, piombo, aspartame e cisteina, prediligendo i cibi freschi a quelli conservati.
► Utile l’impiego di probiotici e prebiotici per mantenere un buon microbiota intestinale e fare attenzione che non vi sia carenza di vitamina D.
Fonte: Rivista scientifica Pharmastar – Marzo 2021