Un interessantissimo articolo scientifico tratto da: Poli A et al. Nutraceuticals and functional foods for the control of plasma cholesterol levels. An intersociety position paper. Pharmacol Res. 2018 Aug;134:51-60. www.ainut.it
Una corretta gestione del colesterolo plasmatico riduce la probabilità di insorgenza di patologie cardiovascolari (CVD) o, comunque, ne rallenta la progressione. In prima istanza sarà ovviamente indispensabile modificare, migliorandole, le abitudini alimentari e lo stile di vita e, in seconda battuta, se necessario, assumere alcuni farmaci, principalmente statine. Negli ultimi anni, in libera vendita, sono presenti però tutta una serie di integratori e alimenti funzionali per il controllo del colesterolo che possono dare, se ben gestiti, un beneficio non trascurabile. È uscita recentemente sulla rivista Pharmacological Research una rassegna redatta con la collaborazione di diversi Autori italiani, ognuno di loro facente parte di una delle principali società scientifiche di nutrizione e metabolismo: la ricerca ha valutato l’effetto delle sostanze più frequentemente utilizzate negli alimenti funzionali o negli integratori per la riduzione e/o il controllo del colesterolo. Vediamo le considerazioni e le principali conclusioni dello studio.
Steroli e stanoli vegetali.
Queste sostanze, comunemente note come fitosteroli sono caratterizzate da una struttura chimica simile a quella del colesterolo e sono presenti, in concentrazione variabile, in molti alimenti e sostanze vegetali. A livello intestinale i fitosteroli inibiscono l’assorbimento del colesterolo a questo livello: per ottenere questo effetto è necessario assumerne almeno 1.5 g al giorno come integrazione. È bene dire però che anche con un’assunzione di alcune centinaia di mg, presenti consumando buone quantità di alimenti vegetali, è possibile ottenere dei benefici. In ogni modo, i fitosteroli assunti con un consumo “normale” degli alimenti funzionali (“yogurt”, ecc.) corrispondono a circa 1.5-2 g/giorno e vanno a ridurre principalmente la frazione “cattiva” LDL del colesterolo di circa il 9-10%. Questi prodotti dovrebbero essere consumati durante i pasti principali quando viene assunto, mediamente, anche più colesterolo alimentare. Come effetto “collaterale”, bisogna tener presente che i fitosteroli possono ridurre l’assorbimento dei carotenoidi e delle vitamine liposolubili per cui è raccomandabile aumentare anche l’apporto di vegetali colorati (carote, ecc.).
Riso rosso fermentato (RRF).
Deriva dalla fermentazione del riso a opera di un fungo (Monascus purpureus) che produce pigmenti colorati di rosso insieme a un gruppo di molecole (in primis, la monacolina K) che inibiscono la sintesi del colesterolo a livello epatico. Le monacoline, a un dosaggio tra 3 e 10 mg/ giorno riducono il colesterolo LDL di circa il 20-25% con un meccanismo simile a quello delle statine. Sebbene la letteratura non sia concorde sull’argomento, si ritiene generalmente che i pazienti che presentano effetti collaterali in seguito all’assunzione di statine possano avere gli stessi problemi assumendo il RRF. Attualmente, viene scoraggiato l’uso contemporaneo di statine e RRF.
Beta-glucani e fibre dietetiche.
L’assunzione di fibre, sia quelle normalmente presenti negli alimenti sia sotto forma di integratori, si sono dimostrate utili nel controllo dei livelli plasmatici di colesterolo LDL, anche se l’esatto meccanismo d’azione non è stato completamente chiarito. L’effetto è comunque maggiore per le fibre solubili viscose, che assorbono acqua formando nell’intestino una sostanza simile a un gel, limitando così l’assorbimento del colesterolo o la sua espulsione con le feci. Particolarmente attivi, in questo senso, sono i beta-glucani, presenti nei cereali, soprattutto l’orzo e l’avena, e in alcuni funghi. I beta-glucani vengono addizionati, spesso, in prodotti come i cereali per la colazione, in modo che si possa avere, con un consumo “normale” del prodotto, un’assunzione di circa 3 g al giorno, quantità in grado di ridurre le LDL di circa il 5-6%. Altre fibre, come il glucomannano, psillio e chitosano hanno effetti simili. I beta-glucani hanno effetti positivi anche nella regolazione del glucosio, rallentandone l’assorbimento intestinale, oltre ad avere effetti prebiotici sui batteri intestinali.
Berberina.
Questa sostanza è un alcaloide estratto dalla radice di una pianta (Berberis aristata e specie simili) che riduce, in media, del 10-20% i livelli di colesterolo LDL mediante molteplici meccanismi molecolari a diversi livelli. La si trova, spesso, in integratori insieme al riso rosso fermentato. Ha una bassa biodisponibilità (2-3%) per cui possono esserci differenze importanti nelle risposte dei singoli pazienti. Viene proposta, in genere, a un dosaggio giornaliero compreso tra 500 e 1500 mg.
Combinazioni di sostanze.
In molti integratori queste sostanze vengono proposte in maniera sinergica, lasciando intendere che gli effetti benefici risultanti saranno la “somma” dei singoli ingredienti: anche se questo può sembrare plausibile, non è detto che avvenga sicuramente.
Quali pazienti possono utilizzare questi prodotti? Le conclusioni dello studio sono che gli integratori e gli alimenti funzionali attualmente disponibili possono ridurre i livelli di colesterolo LDL plasmatico di circa il 5-25%, da soli o in combinazione: i pazienti a cui può esserne indicata l’assunzione sono principalmente quelli che abbiano un basso rischio cardiovascolare assoluto, generalmente in giovane età (sotto i 40 anni).
Nella ricerca, si sottolinea l’importanza di valutare complessivamente il rischio cardiovascolare globale prima di raccomandare un alimento funzionale o un integratore. Inoltre, è da evitare l’uso di queste sostanze/ integratori nella prevenzione secondaria o in pazienti con danni vascolari significativi. Nonostante siano liberamente acquistabili sul mercato, questi prodotti dovrebbero essere utilizzati dopo un’attenta valutazione clinica e tenendo sempre ben presente che la scelta deve essere fatta parallelamente agli interventi, imprescindibili, sulla dieta e sullo stile di vita.